Non proprio. In passato mi è capitato di perdermi nella selva dell’insoddisfazione, ritenendo la situazione generale della “macchina degli anime” indegna di rispetto a causa di singole situazioni concrete che mi ritrovavo davanti (si legga con i furigana di “amici animatori mi han detto che stavano morendo”) tanto da farmi dire tra me e me frasi come “non dovrei più guardare anime, tanto rimarranno per sempre la solita merda”, “meh, la letteratura è meglio da questo e tanti altri punti di vista” o “ho perduto troppo tempo dietro a kusoanime che potevo anche evitare di vedere” ma più affrontavo momenti simili più iniziavo a comprendere come queste lamentele fossero radicate soprattutto nel mio cuore di “appassionato di anime” prima che di “persona che ha tempo da buttare in un hobby qualsiasi”. Più la situazione si faceva spinosa e vomitevole man mano che proseguissi con gli approfondimenti più mi accorgevo di provare un amore privo ogni ragionevolezza, chiave in grado di aprire lo scrigno di mille emozioni quasi ignote, per gli anime. Passo ancora periodi del genere, con la differenza che però ora so bene che non si concluderanno con un abbandono. Vi sono invero mille ragioni molto serie e razionali per “quittare” gli anime ma non mi riguardano più da tempo anche se ho pieno rispetto per chi smette dal momento che il mondo è pieno di numerose degne d’interesse.